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RECENSIONE de IL MERCATINO n. 11 ( 19 marzo 2011 )
Fiori, parole e tante emozioni nella mostra personale delle sorelle Giurovich.La rassegna delle pittrici Frida e Gabriella Giurovich intitolata “ Rose dal cuore, parole e colori. Le emozioni” propone una trentina di opere, realizzate dalle due sorelle secondo stili espressivi completamente diversi: figurativo e narrativo quello di Frida, che predilige i fiori ed il paesaggio, dipingendo a olio rappresentandoli attraverso le incisioni, espressionista quello di Gabriella, che interpreta e racconta le proprie emozioni soprattutto attraverso la figura umana, espresse attraverso la tecnica mista. In modo molto originale e significativo le opere esposte sono accompagnate dai versi Haiku della sociologa, scrittrice e poetessa Cristiana Scoppetta, così come una poesia Haiku rappresenta il titolo dell’esposizione: versi sintetici ed intriganti, ideati appositamente per ogni quadro, armoniosi nella composizione e nell’ascolto, i quali esprimono con inclinazione minimalista le emozioni che hanno ispirato i lavori presentati secondo una formula poetica che risale al XVII secolo e rappresenta una parte molto importante dell’essenza più profonda della cultura nipponica. “Frida Giurovich – scrive l’architetto Marianna Accerboni, curatrice della mostra – è completamente autodidatta ed esprime la propria pittura attraverso delicate e nel contempo intense rappresentazioni della natura. A partire dai fiori dipinti, come gli altri soggetti totalmente a memoria, senza alcun disegno preparatorio, secondo uno stile naturalistico e libero e su un fondo ricco e molto modulato sul piano cromatico, che rappresenta una sorta di fondale di luce, su cui poggia il fiore, che da questo sfondo acquista profondità. Grande luminosità ed un brillante colorismo caratterizzano anche il paesaggio montano e marino, rappresentati dall’artista con effervescente freschezza e levità. Il colore, la luce e il sentimento sono protagonisti della pittura di Gabriella Giurovich, funzionario della Polizia di Stato e pittrice valente – prosegue Accerboni – racchiusi in un’arte di riflessione e nel contempo di slancio: riflessione nei confronti della vita in senso lato ed in senso contemporaneo, in cui protagonista costante è la figura umana, spesso raccolta in gruppi, mentre il paesaggio compare raramente. Attraverso tali moduli, che si ammantano di un gesto pittorico liberissimo e convincente, di matrice espressionista, la pittrice affronta temi toccanti e di forte impatto emotivo come per esempio la Shoah, simbolizzata dai corpi che escono dal fuoco o sono prostrati nel dolore, e altri, in cui si auspica l’armonia tra uomo e natura: visioni, che potrebbero risultare piuttosto apocalittiche, se il raggio di luce, che caratterizza di consueto la sua pittura, non illuminasse l’azione e l’atmosfera, donando a quest’ultime il coraggio della speranza. Autrice di tecniche miste dai colori sintonici e raffinati e dai contrappunti molto personali, Gabriella sa compendiare una visione intensa ed a volte drammatica della vita, colta anche nei suoi aspetti più crudi, con l’umanissima percezione ed attitudine alla positività”. Fino al 25 marzo, Galleria Rettori Tribbio 2, piazza Vecchia 6. Orario: feriali 10-12.30 e 17-19.30, festivi 11-12.30, lunedì chiuso. Domenica 20 marzo 10-13 e 16-18. Info: 335/6750946
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